Dopo ogni morte, soprattutto dopo la morte di un parroco, è facile, nelle ricorrenze fisse, scivolare nel ritratto celebrativo, frutto, anche, di un giusto sentimento di riconoscenza e di gratitudine.
In questa pagina abbiamo cercato non tanto di tratteggiare le tappe di una personalità ricca, come quella di Don Carlo, e ricordare le sue esperienze e realizzazioni. Queste sono già parte di ognuno di noi che ne serbiamo la dolcezza del ricordo. Abbiamo cercato soltanto di far risplendere la luce arrivata a noi nel periodo più intenso della suo vita che va dalla scoperta della suo malattia all'incontro con "sorella morte". Nel giorno dell'Assunzione di Maria al cielo, anniversario del suo ingresso in parrocchia ha voluto con coscienza piena ricevere il sacramento degli infermi e lo ha voluto ricevere durante la Messa "con i suoi" tenendo in mano la candela accesa, simbolo della fede. In quel momento abbiamo avvertito - senza dubbio - un senso di sbigottimento, non però di sorpresa e di meraviglia.
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Signore, Tu lo sai quanto Don Carlo era importante per tanti di noi, laici e preti, uomini e donne di questi tempi difficili. E' stato un segno di Te posto sul nostro cammino.
Io posso dire ciò che significava per me: un amicizia sicura, radicata in Te, che nessuna divergenza, e ce ne sono state, riuscì mai ad incrinare; un consiglio saggio, opportunamente carico di buon senso e di umorismo. che velava pudicamente la Tua presenza in lui, ma rivelava sempre il suo rifiuto di sostituirsi a Te; un invito sereno a guardare le cose a distanza senza mai, però, scaricarsene rifiutando la responsabilità di portarne il peso con Te e con i fratelli, anzi, con Te presente e nascosto nei fratelli; un esempio di libertà in mezzo a tanti servi e di fronte a tanti ribelli, che unificava in sintesi sempre rinnovata, e mai facile, l'obbedienza e l'iniziativa, il rispetto delle coscienze e l'accoglienza delle leggi intime e crocifiggenti della vera comunione ecclesiale.
Questo, e tante altre cose tu ce le hai date, in Don Carlo, e tu ce le hai tolte.
E' difficile, ma è ciò che ci ha insegnato a vivere:
"Sia benedetto il tuo Nome"
E' stato l'uomo più prete che mi è stato concesso di incontrare, ma anche il prete più uomo che ha arricchito la mia vita. Pregava senza torcere il collo, lottava senza suonare la tromba. Obbediva senza adulare nessuno. Viveva con Dio senza dimenticare gli uomini e le donne che incontrava. Scherzava senza perdere il senso della serietà della vita.
Ha pianto, anche, senza mai dimenticare che viviamo nella gioia di essere una cosa sola con te.
E' morto, Signore, sicuro di vivere in Te. Vive anche in noi. suoi figli e fratelli.
Dacci, Signore. la grazia di camminare come lui ha camminato: saremo più vicini a Te.
Grazie, in ogni modo, per avercelo dato.
Fa che la suo perdita non significhi impoverimento per la nostra vita.
Concedigli di rimanerci accanto: [se non lo fai, dovrai provvedere a sostituirlo e il tuo da fare crescerà a dismisura].
Nella misteriosa realtà della tua vita sappiamo che è accanto e noi.
Dacci di essere fedeli, rischiosamente, a questa presenza tua e sua.
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