La storia della Missione São Frumenzio inizia nell'aprile del 1991, quando il parroco Don Enrico Feroci insieme ad un gruppo di volontari portò il primo carico di aiuti in quello che, secondo le classifiche della banca mondiale, era il paese più povero del mondo. Un paese devastato, tradito, ferito dalla storia, che nel passato aveva subito la vergogna dello schiavismo e la dominazione coloniale e che, dal 1977, dopo l'indipendenza dal Portogallo, era stato teatro di una guerra civile, che ha causato oltre un milione di morti e quattro milioni di profughi.
Questo è stato il primo viaggio di un gruppo parrocchiale di San Frumenzio in un villaggio del Mozambico del Sud, Mafuiane, a circa 40 Km a ovest di Maputo, la capitale.
Nel mese di dicembre dello stesso anno, al termine di un'altra spedizione di aiuti, un laico, Corrado Lucchetti, decise di fermarsi e di rimanere stabilmente in Mozambico per coordinare gli interventi della parrocchia a Mafuiane.
Le condizioni apparivano allora e appaiono ancora oggi drammatiche: strutture sanitarie pubbliche spesso fatiscenti (è presente un medico ogni 440.000 persone), un tasso di mortalità infantile del 158 per mille, un' aspettativa di vita di 48 anni, un tasso di analfabetismo del 56% ed un tasso di povertà assoluta del 65%, che riguarda quindi più di 14 milioni di persone.
Nel 2000 è stato inaugurato un altro centro di solidarietà, presso Goba, un villaggio a 20 Km da Mafuiane, e pian piano la cura della Missione si è estesa nella lontana frazione di Baka Baka.
Dal 1 giugno 2001 è stata creata la Onlus "Ramo Parrocchia di San Frumenzio Mondialità”, con l'obiettivo di contribuire allo sviluppo sociale, economico e formativo degli abitanti dei villaggi e del territorio.
A Mafuiane i primi progetti hanno cercato di gestire innanzitutto le emergenze e di migliorare le condizioni di vita materiale degli abitanti. Così, ad esempio, dopo aver inviato indumenti, medicinali, generi alimentari, materiale scolastico, è stata restaurata la Chiesa, è stato realizzato un pozzo, è stata finanziata la costruzione di venti case per le famiglie più povere del villaggio, di tre aule della scuola primaria e della Casa dei Velhinos, gli anziani rimasti soli a causa della guerra e delle malattie.
La Missione interviene tuttora, in collaborazione con la Commissione Carità della comunità cristiana del villaggio, nei casi più delicati, per sostenere le famiglie in difficoltà anche attraverso provvidenze economiche e mezzi materiali.
Nel villaggio di Goba la situazione era altrettanto difficile: c'erano ruderi di una missione, di una chiesa coloniale, mancava l'acqua, il villaggio era poverissimo. Uno dei primi progetti ha cercato di contribuire a risolvere il problema dell'acqua: la realizzazione di un pozzo. Sono seguiti lavori di costruzione di un asilo, di sistemazione di un'abitazione per il coordinatore dei progetti (occupata prima da Mauro Cignoni e poi, dal 2015, dal parroco di Goba, don Roberto, della diocesi di Namaacha). Successivamente, sono state messe in atto una serie di iniziative finalizzate per la formazione di giovani, che a loro volta sono diventati loro stessi formatori nelle rispettive realtà locali. E' stato realizzato un progetto per la formazione di operatori sanitari, che possono offrire una prima assistenza nei villaggi limitrofi; una Banca Etica (ADCOR), per offrire un microcredito alle piccole attività di produzione, spesso a conduzione familiare; un giornale (Tsakane), per sensibilizzare e coinvolgere le realtà locali; un gruppo teatrale (Tsakane), per valorizzare la cultura esistente, portando in tanti villaggi rappresentazioni di tipo educativo per sensibilizzare la popolazione sul tema della prevenzione all'AIDS, della promozione della donna, della lotta all'analfabetismo.
Nel 2006 Corrado Lucchetti, dopo 15 anni di attività missionaria, è dovuto rientrare in Italia, a causa di una grave malattia e ci ha lasciato il 20 settembre del 2007.
Il 10 settembre 2007, un altro laico, Stelio Minghelli, ha ricevuto il mandato missionario nella Basilica di San Giovanni e si è trasferito nel villaggio per coordinare i progetti della missione.
Dal 15 novembre 2007 tre suore missionarie della Tanzania vivono stabilmente a Mafuiane: per loro è stata ristrutturata una casa vicino alla Vivenda e alla Chiesa.
Negli anni sono stati realizzati e sostenuti grazie al contributo e all'impegno di volontari e soprattutto in collaborazione con la popolazione locale non solo progetti volti al miglioramento delle condizioni di vita degli abitanti dei villaggi, ma anche progetti finalizzati alla formazione dei giovani, affinché sempre più siano protagonisti del proprio sviluppo culturale ed economico e quindi del loro futuro.
Dal 1991 ad oggi la generosità delle comunità di San Frumenzio, di San Timoteo, di Sant'Ippolito, di Pacentro, del centro Caritas di Villa Glori, del Gruppo India e della Conferenza Episcopale Italiana ha reso possibile la realizzazione di molti progetti, a Mafuiane, a Goba e a Baka Baka.
Sono state costruite ed ora gestite tre escolinhas ( scuole materne), una a Mafuiane, una Goba e l'altra a Baka Baka, frequentate da circa 320 bambini, sono stati organizzati corsi di formazione professionale (elettricisti, carpentieri, tecnici informatici e amministrativi, ecc.) e corsi di formazione per operatori sanitari di villaggi (20 operatori per venti villaggi), per garantire ovunque cure mediche indispensabili, sono state infine istituite 35 borse di studio annuali per consentire ai giovani meritevoli la frequenza della scuola superiore e dell'università.
Dall'ottobre del 2013 la Missione, in seguito al coinvolgimento delle comunità parrocchiali di Sant'Ugo e di Santa Gemma Galgani, è diventata una realtà missionaria della Diocesi di Roma. Nel dicembre dello stesso anno Stelio Minghelli, al termine del suo mandato missionario, è rientrato in Italia ed il suo posto è stato preso da Domenico "Mimmo” Porcelli: nei periodi in cui questi è in Italia le attività della missione sono coordinate da una coppia di volontari della parrocchia di san Frumenzio, Ermanno e Guendalina.
Negli ultimi anni è stata avviata anche la collaborazione con l'Onlus AUCI, Associazione Universitaria per la Cooperazione Internazionale, soprattutto in ambito di formazione, prevenzione e assistenza socio-sanitaria, in particolare per il progetto Saude da criança (Salute dei bambini).
Dal 1991 ad oggi circa 500 persone hanno visitato la Missione São Frumenzio in Mozambico, chi per venti giorni, chi per qualche mese, come Ermanno e Guendalina, chi per oltre cinque anni, come Clementina e Mauro.
Dopo 25 anni di cammino insieme, di condivisione di progetti e di speranze, di autentica e profonda comunione con le comunità cristiane di Mafuiane e di Goba, la missione è una realtà positiva e in crescita.
Grazie alla sensibilità e alla generosità di tutti i sostenitori che ci hanno accompagnato, è possibile non solo dare continuità ai progetti già avviati ma anche progettarne di nuovi.
L'"Operazione Mozambico", infatti, non è un diversivo, non è il "mal d'Africa", è la fede che si fa azione, che ci obbliga a prendere coscienza dei problemi che agitano il mondo, che ci fa sentire il progetto di Dio che ha voluto misteriosamente farci incontrare altri fratelli a migliaia di chilometri da qui.
|